I bambini del ghetto di Lodz

I bambini del ghetto di Lodz

bambini_ghetto_big

Con l’alto patrocinio della
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA

I BAMBINI DEL GHETTO DI LODZ
La memoria del Litzmannstadt Ghetto

 

Via degli Ausoni 7/A

Tel 064957245

INAUGURAZIONE SABATO 24 GENNAIO 2009 ORE 19:30

C’è un ovvio e strettissimo legame tra la fotografia e il mantenimento, quasi l’accudimento, della memoria. E c’è una memoria – custodita dalle foto di questa mostra – che, a 65 anni da quei tragici eventi, ancora può essere aperta e sfogliata, studiata e ponderata con gli occhi e col cuore, con saggezza e intelligenza. Una memoria da accudire, questa, perché fragile e labile, preziosa e rara, benché devastante.

Dal 1940 al 1944 il ghetto di Litzmannstadt, il secondo in Europa dopo quello di Varsavia, ha visto la vita e la scomparsa di centinaia di migliaia di ebrei tra cui numerosissimi bambini, consegnati ai campi di sterminio. Delle atrocità razziali naziste restano rare tracce iconiche – per lo più realizzate dalle truppe alleate – ed ogni resoconto visivo risulta pertanto preziosissimo per il mantenimento della memoria storica.

Non sapremmo onorare meglio la Settimana della Memoria che con questa rassegna di immagini scattate dai fotografi ufficiali del ghetto: Mendel Grosman e Henryk Ross. Non vi si vedono le condizioni disumane in cui pure trascorreva l’esistenza nel ghetto, ma solo quadretti di alacre operosità o apparente giocosità. Ora qui ora lì, però, gli occhi tradiscono la coscienza di un’incombente tragedia. I bambini non mentono. Queste fotografie, relitti visivi di un tragico naufragio umano, ci turbano infatti proprio la loro apparente leggerezza. Non vi è nulla di più straziante dell’osservare, col senno di poi, il tentativo naturale e disperato di questi bambini di vivere una vita normale, di pensarsi destinati alla vita, al rispetto, alla crescita. E, se questi valori oggi sono irrinunciabili, lo si deve un po’ anche al sacrificio di questi innocenti – cui tanti nel ghetto di Litzmannstadt dovettero la vita – e che ancora ci sorridono attraverso la nebbia delle emulsioni, come a ricordarci di non dimenticare. Le loro stesse foto, come la Fotografia tutta, ci ammoniscono continuamente a non scordarlo mai.

 

ANGELO CALIGARIS

PRESIDENTE SCUOLA ROMANA DI FOTOGRAFIA E CINEMA