LA NATURA COME ORIZZONTE
Intervista a Riccardo Improta
su Nikonschool.it – Sguardi n. 86
“Considero il fotografare un atto del tutto intimo e rivelatore. Personalmente, prima di esso era il caos. Mi spiego. Da che mi ricordi, in principio mi ritrovavo spesso a contemplare il paesaggio che mi si palesava improvvisamente davanti. Non c’era alcuna mia consapevolezza in tutto ciò. Io non sapevo cosa succedeva, cos’era che attirava in me questa intensissima modalità percettiva, che perdurava per pochi, eterni attimi. Capitava da sé, mi emozionava, non stavo lì a chiedermi più di tanto il perché. E così è andata avanti per un bel po’.
La fotografia è comparsa nella mia vita presto, grazie a favorevoli condizioni ambientali/familiari. All’inizio ero principalmente affascinato dallo strumento. C’è poco da dire: una macchina fotografica è anche un bell’oggetto. Ci prendevo confidenza, mi appagavo, scattando più che altro foto-ricordo, un po’ come tutti gli adolescenti. Poi un giorno, casualmente, fotografia e paesaggio fecero conoscenza. Non mi aspettavo chissà cosa dalla prima foto che scattai, ma davo per scontato che guardandola avrei rivissuto le emozioni provate nella realtà. E invece no, non andò così, neanche un po’. Perché? Questa è stata per me la madre di tutte le domande.
A oggi, sintetizzando decenni di vicende e situazioni da essa scaturite, sento di poter affermare che la fotografia, tra le altre cose, mi ha dato modo di conoscere approfonditamente me stesso e cosa guardo e come sento.”